"Si può fare" è un film del 2008 ispirato alle storie vere delle cooperative sociali mnate negli anni ottanta per dare lavoro ai pazienti dismessi dai manicomi in seguito alla Legge Basaglia. Il film è dedicato alle oltre 2.500 cooperative esistenti in Italia e ai 30.000 soci diversamente abili che vi lavorano.
La Cooperativa di cui si parla nel film è denominata "Cooperativa 180" in quanto si riconduce alla legge numero 180 del 1978 la quale prese il nome appunto di "Legge Basaglia".
Tale legge impose infatti la chiusura dei manicomi e regolamentò il Trattamento Sanitario Obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici.
La legge stessa voleva anche essere un modo per modernizzare l'impostazione clinica dell'assitenza psichiatica instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società e riconoscendo appieno i diritti e le necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati anche da strutture territoriali.
Il protagonista che più si avvicina alla figura di noi educatori è il Sig. Nello il quale viene trasferito all'interno della Cooperativa 180 in qualità di Direttore.
Riflettiamo ora su alcuni momenti del film.
Inizialmente spaesato e impacciato nel relazionarsi con i pazienti della struttura a causa della non conoscenza della disabilità mentale, cerca di coinvolgere maggiormente tali persone trattandole normalmente.
Ecco che crea uno spirito di gruppo facendoli diventare tutti "soci" della cooperativa in cui si trovano partendo dalle preferenze di ognuno: prendere decisioni insieme poichè nessuno è superiore agli altri membri, pensare assieme ed agire assieme per un obiettivo comune.
Tutto ciò viene visto dal Sig. Nello in un ottica di inserimento lavorativo il quale si svolge all'esterno della struttura tramite l'applicazione di parquet presso case o negozi.
Nel film ci vengono anche presentate le ostilità della società di quegli anni nei confronti della persona affetta da disabilità mentale e della concezione che essa aveva della persona "matta" ossia bisognosa di assistenza in quanto incapace di intendere e volere, incapace di agire, pericolosa, violenta e per questo necessariamente segregata in strutture specializzate nelle quali essere sottoposta a trattamenti farmacologici e non per attenuare le suddette reazioni.
Questo modo di agire di Nello, ci serve per capire invece come la società cambiò dopo la Legge Basaglia e come gli operatori sociali dovettero trovare nuove modalità progettuali per poter coinvolgere queste persone nella società interagendo con gli stili di vita "normali".
La novità è proprio l'inserimento lavorativo quotidiano e continuativo di queste persone, attività che ci accomuna tutti.
Attività che aiuta la persona disabile a raggiungere alcuni obiettivi quali:
- autonomia personale ed economica;
- autostima in quanto è essa autrice del prodotto che risulterà dal suo lavoro;
- conoscenza di nuove persone;
- integrazione con la società odierna;
- apprendimento di metodologie lavorative (anche se facilitate);
Difficoltà che ritroviamo nello sguardo attento di chi incrociamo durante una passeggiata per le vie paesane, nell' incapacità di relazione con la persona disabile, stupore durante il racconto della giornata quotidiana e il tipico sguardo di chi pensa "Ma tu sei il matto a fare ciò che fai con loro".
E' un ambito molto difficile, pieno di insidie, imprevedibile e a volte anche pieno di pericoli ma dal mio punto di vista sono proprio queste caratteristiche che danno quel "qualcosa in più" a questo settore.
Caratteristiche che vanno guardate in un ottica positiva in quanto rendono il lavoro quotidiano dell'operatore/educatore diverso ogni giorno e soprattutto non si può mai dire di essersi annoiati.
Se nel nostro lavoro dovessimo pensare sempre a cosa potrebbe succederci in ogni istante, sicuramente non avremo deciso di operare in questi settori. Ecco perchè spesso dalla società veniamo guardati come dei supereroi che fanno qualcosa di assurdo, incredibile e che ha del fantastico.
In verità non facciamo nulla di tutto ciò. In verità accompagnamo e sosteniamo queste persone aiutandole a vivere il quotidiano nel modo più "normale" possibile. Le aiutiamo ad integrarsi con la società e a farsi conoscere con diverse modalità come ad esempio portandoli a fare un passeggiata, ad una funzione religiosa, nei negozi, nei centri commerciali, al mare ed in tutti queli luoghi che noi frequantiamo abitualmente.
Questi sono solo alcuni spunti che possiamo analizzare di questo film, ma ce ne sarebbero infiniti altri.
Film di cui consiglio la visione in quanto aiuta a considerare chi è affetto da disabilità mentale come Persona comune, insegnandoci anche che alcuni obiettivi gratificanti possono essere raggiunti..ovviamente con qualche sforzo in più da parte sia dell'operatore sia da parte di queste persone.
E per voi, cosa significa essere educatori nell'ambito della disabilità?
Fonti: Wikipedia.