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sabato 3 gennaio 2015

"Le parole sono la nostra visione del mondo.."


Oggi ci occupiamo di un grande giornalista, scrittore e blogger italiano venuto a mancare pochi giorni fa, più precisamente il 18 dicembre 2014: Franco Bomprezzi.

Affetto da osteogenesi imperfetta (la quale crea problemi a carico dello scheletro, delle articolazioni, degli occhi, delle orecchie, della cute e dei denti. I fenotipi più gravi o letali sono la conseguenza di difetti genetici, che determinano molecole anomale di collagene), che l'avrebbe portato a vivere e lavorare su una sedia a rotelle (sua fedele compagna), ha dedicato la sua vita a trattare il tema della disabilità facendone parte lui stesso. In questo modo ha dato testimonianze del suo stato di vita tramite le quali sosteneva le persone che si trovano nelle difficoltà quotidiane legate a delle disabilità, a vivere secondo concetti positivi senza mai arrendersi.
Il 13 aprile 2013 sulla paittaforma You Tube venne inserita da "Volontariato Oggi" questo  video di una riflessione del giornalista a riguardo della parola "abilità".



Analizziamo e riflettiamo su alcuni concetti da lui presenteci.
Secondo la visione sociale, l'uso della parola "abilità" viene sfruttato solo dopo averne fatto un accostamento con il suo opposto: disabilità.
Segno questo di una evidente priorità del significato negativo della parola stessa e anche segno di come la società sia educata a vedere in modo pessimistico le situazioni che le si presentano. Solo dopo aver così riflettuto è disposta ad aprire gli orizzonti agli aspetti sereni di tale parola.
Secondo Franco Bomprezzi infatti, questa prospettiva deve essere il punto di partenza da cui ripartire col cercare e creare nuovi significati, ad esempio:
"Ricollocando la persona al centro dell'attenzione, della dignità e dell'orgoglio di ognuno ad essere al mondo indipendentemente dalla sua condizione."
Il giornalista ci riporta diversi fattori che portano al cambiamento delle abilità.
Esse infatti non permangono per sempre ed uguali a loro stesse, ma mutano a seconda dell'età, del contesto e mutano soprattutto a seconda della relazione umana.
E' proprio in questo concetto di relazione che troviamo un punto fondamentale di questa riflessione di Franco Bomprezzi.
Relazione umana intesa come rapporto con gli altri, tralasciando le condizioni specifiche di vita.
Difatti, esplicitando tale concetto, il giornalista non fa differenze tra persone disabili e non, ma si riferisce ad ognuno di noi; si riferisce al nostro modo di rapportarci con l'altro.
Concetto di "Altro" che si rifà a mio personale parere a quello di J.J.Rosseau, il quale lo definiva come:
"L'altro è un altro io diverso da me."
In particolare identifica due situazioni che quotidianamente possiamo vivere : una con la presenza della relazione e una nella quale essa viene a mancare.
Se l'abilità viene vista senza la relazione, le conseguenze possono essere l'esclusione, l'isolamento, l'emarginazione e la discriminazione.
Ciò significa che, la tendenza nel fermarci a ciò che vediamo è più forte dell'andare oltre le apparenze. Così facendo, ci è molto difficle entrare, creare e consolidare una relazione sincera con l'altro.
Dovremo invece cercare di metterci in relazione vera con l'altro, ovvero andare oltre le apparenze;  cercando di comprendere le diverse abilità della persona che ci troviamo di fronte nonostante la vediamo molto diversa da noi.
Ne "Il piccolo principe" (l'opera letteraria più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943) troviamo una frase che può prestarsi da sostegno per adottare tale modalità di relazione:
"L'essenziale è invisibile agli occhi".
E' questo il significato che personlmente traggo dalla riflessione di Franco Bomprezzi; significato a cui ogni persona con disabilità aspira di ritrovare nella società.

Il giornalista si sofferma poi sull'importanza del significato delle parole.
La societa, come già detto, si ferma ai concetti stigmatizzati delle parole senza approfondirli o vederli secondo altre prospettive. In tal modo essa risulta poco rispettosa verso se stessa non essendo esauriente nella spiegazione delle situazioni specifiche.
L'innvazione con cui ognuno di noi (nel proprio piccolo) può contribuire al miglioramento della società in questo ambito, sta proprio nel trovare nuovi significati e nuove parole con cui esprimere tali concetti.
Il giornalista ci invita a riflettere sulle parole che noi usiamo quotidianamente in quanto ogni volta in cui le usiamo, ci facciamo carico di una responsabilità non indifferente nei confronti della società.
"E' giusto interrgogarci sulle parole perchè esse sono la nostra visione del mondo. Esattamente attraverso le parole noi connotiamo. Nel momento in cui abbiamo deciso come etichettare una situazione, una persona o uno stato d'animo abbiamo fatto una nostra scelta estremamente forte."
Franco Bomprezzi conclude la riflessione con una domanda importante, sulla quale ognuno di noi potrebbe soffermarsi e riflettere ulteriormente:
"Come riscoprire l'autenticità delle parole?"
La risposta la lascio scoprire a voi.

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